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L’Ayahuasca: la pianta visionaria

L’Ayahuasca non è una droga ricreativa, ma una pianta psicoattiva e visionaria, che se correttamente somministrata può avere effetti curativi, per il corpo e per lo spirito. Questa sua virtù è insita anche nel suo nome, che in lingua quechua significa appunto “liana dello spirito”. Viene chiamata con vari nomi, Yage, Daime, Medicina, oltre a quello più comune di Ayahuasca, ed è utilizzata tuttora nelle regioni amazzoniche, dalle popolazioni di Brasile, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela e Bolivia. E’ lo sciamano a somministrarla durante i riti sciamanici, è lui il depositario di questa millenaria “tradizione”.

La pozione base, per essere farmacologicamente attiva, dev’essere prodotta facendo bollire assieme, fino a 16 ore, la liana Banisteriopsis caapi e le foglie dell’arbusto Psychotria viridis, anche noto come chacruna, che in alcune aree viene sostituito dalla Diplopterys cabrerana.
Le foglie di chacruna contengono l’elemento principale di questa bevanda: la dimetiltriptamina o DMT, una sostanza prodotta naturalmente durante la fase REM, dalla nostra ghiandola pineale.
La liana, a sua volta, contiene alcaloidi che funzionano come inibitori della MAO, l’enzima che ha la funzione di rendere inattiva la DMT.

Il consumo dell’ayahuasca si effettua generalmente in ambito rituale, durante una cerimonia guidata da uno sciamano, “ayahuasquero”, e accompagnato da canti rituali, “ikaros”. I partecipanti si dispongono in cerchio e a turno bevono il decotto. Dopo circa 30-40 minuti, iniziano gli effetti: tra questi, l’effetto purga e il vomito indotto dalla bevanda sono fondamentali per iniziare il processo di rinnovamento del corpo e della mente. Successivamente ognuno dei partecipanti inizia il proprio viaggio a contatto con il mondo spirituale o il proprio inconscio, a seconda del punto di vista.

L’ayahuasca può suscitare visioni spaventose, mettendo l’individuo di fronte ai propri traumi irrisolti, le proprie paure e, incluso, la materializzazione visiva della malattia che si vuole sconfiggere.
La cerimonia, che dura diverse ore, è un’esperienza particolarmente intensa che viene descritta dalle persone che la realizzano nei termini di una vera e propria morte e rinascita consapevolmente scelta su basi rinnovate e purificate.

A partire dagli anni novanta, la fama dell’ayahuasca nel mondo è cresciuta notevolmente anche grazie all’interesse del mondo accademico, che indaga le potenzialità terapeutiche del decotto. Soprattutto in conseguenza della diffusione nel mondo del Santo Daime, un nuovo movimento religioso di carattere sincretico originatosi in Brasile negli anni trenta, si è assistito a quello che è stato definito un processo di internazionalizzazione dell’ayahuasca.

In funzione di questa maggiore richiesta, la pianta, che tradizionalmente viene raccolta nella foresta incontaminata, oggi è coltivata in piantagioni commerciali che appartengono a stranieri o cittadini benestanti, togliendo il controllo dell’ayahuasca dalle mani delle comunità locali e trasformandola in un bene di consumo. L’aumento della richiesta talvolta accelera anche i tempi di raccolta con il rischio di modificare l’effetto dei principi attivi

Lo sapevi che:

  • Bisogna osservare una dieta rigorosa nei 10-15 giorni che precedono la cerimonia. Niente alcol, nè carne, nè fritti, affinchè l’intestino sia il più depurato possibile.
  • Numerosi studi attualmente riportano che l’ayahuasca è un valido supporto al trattamento delle dipendenze da sostanze stupefacenti nella riduzione dei sintomi, nel miglioramento della condizione generale e nella cessazione d’utilizzo della sostanza d’abuso. 
  • Potrebbe essere di aiuto anche nel trattamento di disturbi mentali nei quali si sospetta un deficit del metabolismo della serotonina, come depressione, autismo, schizofrenia, sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
  • In Italia la coltivazione, la detenzione, la cessazione o l’estrazione dei principi attivi legati a questa sostanza possono essere puniti con una condanna dai 6 ai 20 anni di carcere. Viene di fatti inserita nella tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe, così come Banisteriopsis caapi, Psychotria viridis, armina e armalina.

Dubbi e domande:

Giuseppe,
La ayahuasca secondo voi è legale in italia?…


Documentario sull’Ayahuasca…